Rientro a casa dopo aver passato una giornata all'aria aperta in cascina in piena campagna. Ho finito di potare alcune piante, ho raccolto piccole montagne di rami e fogliame. Mi sono sdraiato al sole e ho salutato gli alberi e i cespugli che nel tempo ho piantato.
Ai piedi del grande pino un sasso mi ricorda dove riposa Hegel , il mio cagnolone, un fedele pastore tedesco morto circa sei anni fa.
Riporto la parabola «L’opera del sesto giorno» di Marie Noel (pseudonimo di Marie Rouget, 1883-1967)
(Dedicato ad Hegel)
Da quando fu creato, il Cane leccava la mano al buon Dio e il buon Dio
lo accarezzava sulla testa. “Cosa vuoi, cane?”. “Signore, buon Dio,
vorrei abitare presso di te, in cielo, sullo zerbino davanti alla
porta”. “Assolutamente no”, disse il buon Dio. “Non ho bisogno del Cane
perchè non ho ancora creato i ladri”. “Quando li creerai, Signore?”.
“Mai, sono stanco. Sono cinque giorni che lavoro, è tempo che mi riposi.
Ho creato te, Cane, la mia creatura migliore, il mio capolavoro. E’ meglio che mi fermi qui. Non va
bene che un artista si sovraccarichi di lavoro oltre la propria
ispirazione. Se continuassi a creare sarei capace di rovinare la mia
opera. Vai, Cane! Va’ veloce e installati sulla terra. Va’ e sii
felice”. Il cane trasse un profondo sospiro. “Cosa farò sulla terra,
Signore?”. “Mangerai, berrai, crescerai e ti moltiplicherai”. Il cane
sospirò ancora più tristemente. “Cosa vuoi di più?”. “Signore, mio
padrone! Non potresti installarti sulla terra anche tu?”. “No, caro
Cane!”, disse il buon Dio. “Te lo assicuro. Non posso davvero
installarmi sulla terra per tenerti compagnia. Ho altre gatte da pelare.
Questo cielo, gli angeli, le stelle, ti assicuro che è una bella
seccatura”. Allora il cane abbassò la testa e cominciò ad andarsene. Ma
ritornò. “Ah! Se solamente, Signore buon Dio, se solamente ci fosse là
sotto una specie di padrone simile a te?”. “No”, disse il buon Dio, “non
ce n’è”. Il cane si fece piccolo piccolo, tutto basso, e supplicò
ancora da più vicino. “Se tu volessi, Signore buon Dio… potresti sempre
provare…”. “Impossibile”, disse il buon Dio, “quello che ho fatto, ho
fatto. La mia opera è compiuta, non potrei mai creare un essere migliore
di te. Se ne creassi un altro oggi, lo sento nella mia mano destra,
sarebbe un essere malriuscito”. “O Signore buon Dio”, disse il cane “non
importa che sia malriuscito, purchè possa seguirlo ovunque vada e possa
stendermi davanti a lui quando si ferma”. Allora il buon Dio si
meravigliò di aver creato una creatura così buona e disse al Cane: “Va’.
Farò quel che dice il tuo cuore”. E rientrando nel suo laboratorio,
creò l’uomo. L’uomo è malriuscito naturalmente. Il buon Dio l’aveva
detto. Ma il Cane è veramente contento.