mercoledì 26 dicembre 2012

"Ciao sono Marco..."

"...anche le farfalle volano come gli uccellini solo che volano più in basso.... e anche i palloncini volano in alto ma loro non hanno le ali....io non ho mai volato. La mia mamma dice che gli angeli volano dappertutto anche dove non volano gli uccellini, le farfalle e i palloncini... e anch'io quando diventerò un angelo potrò volare e allora... allora farò scendere tanti baci trasportati dalle gocce di pioggia".

Pioveva a Lecco il quattordici dicembre scorso.            
Il cielo nel pomeriggio si era imbronciato sino a oscurare la Grigna e il Resegone.

Aspettavo l'ultimo appuntamento della giornata. Sulla scheda solo il motivo dell' incontro: "invalidità civile/indennità di frequenza".

Volto le spalle alla porta del mio ufficio guardando fuori dalla finestra l'acqua che scroscia sull'asfalto e le auto già incolonnate lungo le strade. Sobbalzo per una voce sottile accanto a me.

"Ciao sono Marco...".

I genitori rimangono sulla porta in attesa d'entrare.  Mi avvicino salutandoli cordialmente mentre Marco mi aveva preso la mano. Ho sentito le sue dita fredde e bagnate che stringevano le mie.

Marco è un bimbo di sette anni.  Conosce i nomi delle città della Lombardia meglio di qualunque altro bimbo della sua età perchè li associa ai medici e alle infermiere degli ospedali presso cui ha vissuto gran parte della sua breve vita.

 La sua anamnesi parla di sindrome di down associata alla sindrome di West e criptorchidismo destro con ritardo dello sviluppo neuromotorio specie nell'area linguistica con infezioni importanti e ricorrenti delle alte vie aeree.

Milano, Pavia, Brescia, Mantova, Sondrio, Bergamo... non li dice in ordine alfabetico ma in ordine di ricovero.  Prendo posto al mio tavolo e davanti a me siedono il papà e la mamma mentre Marco mi rimane accanto senza mai mollare la mia mano.

Apro un cassetto della mia scrivania (lo chiamo il cesto del tesoro: i bimbi ci frugano volentieri rovistando tra scatoline vuote di formaggini, matite colorate, palloncini, pigne sassolini bianchi e vecchi timbri dell'ufficio) e subito Marco lascia la mia mano chinandosi ad esplorare.

Gonfio due palloncini e li getto in aria verso Marco mentre ascolto quanto dicono i genitori.

Hanno i certificati della commissione medica e la valutazione non lascia spazio a fraintendimenti: "minore invalido con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita. Indennità di accompagnamento".

Mi chiedono il da farsi, a quanto ammonta l'indennità, come fare per la compilazione delle carte; mi raccontano del loro dolore, della gravità delle patologie del loro piccolo...

Quasi improvvisamente Marco si getta addosso alla mamma, è molto stanco e vuole essere coccolato.

Tra le mani un foglio prende la piega di un aereoplanino che lancio nell'ufficio seguito dallo sguardo di Marco che ride di gusto.

Il papà riprende la parola: "... a Natale saremo all'ospedale di Genova...non sappiamo per quanto tempo".

Raccolgo i loro dati, li informo di quello che sarà l'indennità d'accompagnamento,  intanto accanto a me si avvicina Marco  e mi prende la mano portandola al suo viso strofinandola alle guance e poi sorridendomi mi dice:

"anche gli aereoplanini di carta volano e fanno ridere come gli angeli".          Ho sorriso e l'ho baciato.



P.S. Nel primo pomeriggio di venerdì 21 s'affaccia alla porta del mio ufficio il papà di Marco.  In mano aveva un pacchetto e un foglio con scritto "Ciao  Marco". Nel  pacchetto una mongolfiera in metallo mandatami da Marco dall'ospedale Gaslini di Genova.