giovedì 5 giugno 2014

il sole infranto

Ricordo d’aver letto, anni fa, una storia che per la sua semplicità e profondità mi aveva offerto innumerevoli spunti di riflessione.



Un giorno il sole, per non si sa quale motivo, si frantumò in una miriade di pezzi che caddero tutti sulla terra e si sparsero in una grande valle incuneata da alte montagne e coperta da una fitta vegetazione.

Presto il buio coprì la terra, mentre il freddo l’attraversava impietoso e ovunque la vegetazione iniziò a soffrire.

Gli uomini, impauriti e sfiduciati, presero a fare le ipotesi più disparate e profeti di sventura calarono da ogni luogo seminando terrore e additando le cause chi ad un particolare popolo, chi ad alcuni stranieri, chi a malefici di donne terribili, …

Intanto gli uomini, di giorno e di notte senza sosta, presero a tagliare alti alberi e ad accendere giganteschi falò per avere luce e calore.

Un uomo saggio che viveva tra i boschi nella valle dove erano caduti i frammenti di sole e che ancora sprigionavano tenue luci, non si perse d’animo e iniziò a raccoglierli.

Presto si rese conto di non essere in grado, da solo, di trovare e riunire i frammenti così si decise di andare nei villaggi e nelle città per comunicare che lui sapeva dove i frammenti del sole erano caduti.  Voleva convincere le genti che incontrava che trovando quei frammenti e unendoli forse il sole sarebbe ritornato e avrebbe riportato luce e calore. Voleva portare speranza in un crescendo di disperazione, di freddo e buio. “che cosa abbiamo da perdere?” chiedeva.

Tra l'ostilità e la derisione furono molto pochi quelli che accolsero la sua proposta.

Ci vollero due anni prima che quel gruppo di uomini e donne guidati da quel saggio riuscissero a ricomporre i frammenti del sole.

Poi un giorno il sole tornò alto nel cielo e sin da subito sparse luce e tepore sciogliendo il gelo e illuminando ovunque la terra.



Siamo portati a rincorrere bagliori fugaci, veloci lampi che appaiono nel nostro tempo.



Il sole, ferito e oscurato, a volte rimane assente dalla nostra giornata e non scalda il cuore, non illumina i nostri passi.



C’affidiamo, impauriti e sfiduciati, ad accendere falò per rendere meno buio e freddo il nostro vivere.  Ci consoliamo ai tenui bagliori di luci artificiali aggrappandoci gli uni agli altri per respingere la paura, mentre profeti e ciarlatani seducono e urlano.



Son pochi coloro che cercano brandelli di senso per non soccombere.



Pochi sono gli uomini che ostinatamente cercano di recuperare, nel buio d’una lunga notte, frammenti di sole tenendo viva la speranza di ricomporlo e così ridare orientamento al vivere e regalare calore ai giorni.