Ricordo d’aver letto, anni fa, una storia che per la sua
semplicità e profondità mi aveva offerto innumerevoli spunti di riflessione.
Un giorno il sole, per non si sa quale motivo, si frantumò
in una miriade di pezzi che caddero tutti sulla terra e si sparsero in una
grande valle incuneata da alte montagne e coperta da una fitta vegetazione.
Presto il buio coprì la terra, mentre il freddo
l’attraversava impietoso e ovunque la vegetazione iniziò a soffrire.
Gli uomini, impauriti e sfiduciati, presero a fare le
ipotesi più disparate e profeti di sventura calarono da ogni luogo seminando
terrore e additando le cause chi ad un particolare popolo, chi ad alcuni
stranieri, chi a malefici di donne terribili, …
Intanto gli uomini, di giorno e di notte senza sosta, presero
a tagliare alti alberi e ad accendere giganteschi falò per avere luce e calore.
Un uomo saggio che viveva tra i boschi nella valle dove
erano caduti i frammenti di sole e che ancora sprigionavano tenue luci, non si
perse d’animo e iniziò a raccoglierli.
Presto si rese conto di non essere in grado, da solo, di
trovare e riunire i frammenti così si decise di andare nei villaggi e nelle
città per comunicare che lui sapeva dove i frammenti del sole erano
caduti. Voleva convincere le genti che
incontrava che trovando quei frammenti e unendoli forse il sole sarebbe
ritornato e avrebbe riportato luce e calore. Voleva portare speranza in un
crescendo di disperazione, di freddo e buio. “che cosa abbiamo da perdere?” chiedeva.
Tra l'ostilità e la derisione furono molto pochi quelli che accolsero la sua proposta.
Ci vollero due anni prima che quel gruppo di uomini e donne
guidati da quel saggio riuscissero a ricomporre i frammenti del sole.
Poi un giorno il sole tornò alto nel cielo e sin da subito
sparse luce e tepore sciogliendo il gelo e illuminando ovunque la terra.
Siamo portati a rincorrere bagliori fugaci, veloci lampi che
appaiono nel nostro tempo.
Il sole, ferito e oscurato, a volte rimane assente dalla
nostra giornata e non scalda il cuore, non illumina i nostri passi.
C’affidiamo, impauriti e sfiduciati, ad accendere falò per
rendere meno buio e freddo il nostro vivere.
Ci consoliamo ai tenui bagliori di luci artificiali aggrappandoci gli
uni agli altri per respingere la paura, mentre profeti e ciarlatani seducono e
urlano.
Son pochi coloro che cercano brandelli di senso per non
soccombere.
Pochi sono gli uomini che ostinatamente cercano di
recuperare, nel buio d’una lunga notte, frammenti di sole tenendo viva la
speranza di ricomporlo e così ridare orientamento al vivere e regalare calore
ai giorni.