Gli svolgimenti della nostra esistenza sono congiunti l’uno
all’altro in modo da essere condizionati da alcuni e specificarne altri.
Personalmente il bisogno più grande che avverto non è tanto
quello del riposo, inteso come interruzione dall’ordinario vivere, quanto
piuttosto quello di rendere interessante, utile e piacevole la vita d’ogni
giorno. E più la vita quotidiana e il mondo in cui sono immerso rispondono a
queste esigenze, più si riduce il bisogno di riposo, o meglio si diventa capaci
di recupero di forze rapidamente.
Ci sono momenti in cui si colgono segnali dal nostro organismo che spingono a staccare; mi chiedo però se questo bisogno di staccare la spina non riveli forse che il problema derivi dal tipo di corrente che arriva e non da un sovraccarico.
Quando è così il riposo non è mai autentico, è vissuto in
modo frenetico e stressante e va da sé che questa interruzione o vacanza
finisce col diventare noiosa e pesante da gestire. Cosicché si rientra nei
panni ordinari ancora più stanchi o svogliati.
Mi
piace il gioco della divisione delle parole
e cercare in esse la ricerca di un senso velato. E allora ri-posarsi è
come dire di nuovo posare se stessi, è ricordarsi di se stessi mentre
l’esistenza procede. Tenere a mente e focalizzare i propri desideri e i propri
veri bisogni. Ossia rimettere noi stessi
al centro della vita, verificando che il nostro esistere sia in pienezza e in
grazia.