giovedì 24 maggio 2012

Elargire al mondo un sorriso

Intercetto gli umori delle persone che entrano nei miei uffici. Sono umori contrassegnati da preoccupazioni di salute, economiche. Di solito colgo profondi disagi umani, familiari.Sento paura, a volte disperazione. Sfiducia, impotenza, rabbia. E poi ancora barlumi di fioca speranza per l'arrivo di un figlio, un nuovo nipotino...
Stamane è arrivato da me un prete, un sacerdote diocesano. Mi espone il perchè ha voluto incontrarmi. Poi irrimediabilmente il discorso è caduto sulla fede, la chiesa e il tempo presente. Una lagnanza e una rassegnazione totale.  Lui, uomo di fede, inaridito e reso quasi chiuso e cieco. Mi ha fatto pena; umanamente pena. Mentre parlava mi chiedevo che cosa mai quest'uomo potesse annunciare, quale gioia, quale speranza, quale Dio testimoniare. Poi subito ho corretto il pensiero mettendomi nei suoi panni (e anch'io mi sono visto passibile di un giudizio altrettanto impietoso!).
Eppure...Nulla di nuovo sotto il sole; ogni epoca ha le sue ricchezze e le sue pene, i suoi segni di speranza e i suoi abissi. Tutti i tempi sono tempi di crisi,  di passaggio, di cambiamento; nessuna età della storia umana è stata un’età di progresso inarrestabile, stabilità,  saggezza, benessere. Non credo ad una mitica età dell'oro, al tempo cristiano perfetto dove il modello celeste si incarnava sic et simpliciter tra le cattedrali e i monasteri a disegnare città di dio e città dell'uomo.
Dunque il tempo che ci è dato da vivere non è migliore o peggiore di altri tempi. Anzi: per quante involuzioni, per quanti fallimenti e sconfitte dell’umanità, e in particolare della Chiesa, possiamo registrare, ci sono state certamente età peggiori. Penso addirittura che il tempo presente sia migliore di quei tempi conosciuti dai nostri padri e dai loro padri.   Erano forse migliori i tempi in cui l'impero si definiva "sacro" e la società era ufficialmente, cristiana?   Ritengo che il tempo presente, pur opaco e bolso, sia un tempo di purificazione, di decantazione certo difficile da vivere nel quotidiano degli individui, delle famiglie.  Difficile perchè gli scenari cambiano repentinamente, perchè la crisi economica, etica, politica ci inquieta attanagliandoci e adombrando sicurezze acquisite, riferimenti che sembravano inossidabili. Ancor più difficile perchè il nostro presente ha creato vuoto e solitudine, riducendo gli uomini a monadi, esseri isolati e impauriti.  Un tempo difficile perché la morale comune non coincide più con la morale cristiana, e la sapienza e le virtù sembrano ormai anticaglie. E' dunque un tempo di purificazione e sicuramente sarà lungo, persino opprimente. Violento, si persino violento. Ed è per questo indispensabile addestrarci alla pazienza, allenarci alla lentezza, vivere maggiormente la dimensione dell'attesa, trovare ristoro e sostegno nell'abbraccio di una comunità, della famiglia. Ristabilire rapporti umani, caldi e autentici.  Ed elargire al mondo un sorriso, forse un piccolo efficace segno distintivo che contraddistinguerà il credente nel Padre della vita, nel Signore della storia, nel Dio della Gioia.

Nessun commento:

Posta un commento