domenica 20 maggio 2012

cercatori di senso


Mentre vivo, giorno dopo giorno, ricerco il senso delle cose come della mia esistenza. Non è un dato "per sempre", non è una lezione imparata a memoria come molti, forse da sempre, ci hanno fatto credere. E' più una scommessa, un baluginare davanti agli occhi e nel cuore di un qualcosa che ti sembra possa calmare la tua fame e sete d'assoluto.  E' una ricerca che dura quanto la nostra vita.

Cinque anni fa moriva l'abbè Pierre, cercatore d'infinito.

"Non sono guarito e non guarirò mai da tutto il bagaglio di sofferenze che opprimono l'umanità dalla sua origine.
Di recente ho appreso che sulla terra sarebbero vissuti circa 80 miliardi di esseri umani.

Hanno avuto un'esistenza dolorosa, hanno penato, sofferto.... e per cosa?

Mio Dio perchè?

Nei catechismi di tutte le religioni si dice che la vita ha un significato.  Ma quanti uomini e donne, su decine di miliardi, hanno potuto scoprire tale significato? Quanti hanno potuto prendere coscienza di una vita spirituale e di una speranza? Quanti altri al contrario hanno vissuto come animali, nella paura, schiacciati dagli imperativi della sopravvivenza, nella precarietà, nel dolore della malattia?

E allora mio Dio perchè? Qual è lo scopo della vita?

Tremando, con grande scandalo della mia intelligenza ma con la convinzione del cuore e della fede, io rispondo: lo scopo della vita è di imparare ad amare.

Amare è quando tu, l'altro, sei felice, e allora sono felice anche io.

E quando tu, l'altro, sei infelice e sofferente, allora sono in pena anche io.

E' tutto molto semplice: la vita è un pò di tempo concesso ad alcune libertà, per imparare ad amare."
Abbé Pierre

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