venerdì 7 settembre 2012

Il coraggio del cuore

  
Hillman, James Hilman; filosofo e psicanalista americano allievo di Carl Gustav Jung, morto a Firenze l’anno scorso, è noto a molti per il suo libro "Il codice dell'anima".
Ho riletto alcune pagine di un altro suo libro: “Politica della bellezza” pubblicato nel 1999 dall’editrice Moretti & Vitali.
Da leggersi a beneficio del cuore e dell’intelligenza.
Di cosa parla? Di bellezza e di politica e di civiltà. Di vita umana.
Ci ricorda come premessa che il fondamento nella vita della Grecia antica, il seme della civiltà occidentale, era il cercare di coniugare la dimensione estetica a quella politica, il bello e il vivere civile.  Cosa rimane oggi di questa ricerca?  Dice Hilman: "il nostro senso del bello o del brutto ci porta fuori, nella  polis, attivandoci politicamente”.
In fondo a ben vedere coglie nel segno il nostro vivere: per il solo fatto di accorgerci, di renderci conto di ciò che ci circonda e con il quale, nel bene e/o nel male, ci imbattiamo quotidianamente, ci permette di dare risposte le quali non sono altro che il segno del nostro essere coinvolti.
Hilman afferma che noi siamo "inconsci delle nostre risposte estetiche" e quindi l’invito, quasi una esortazione, a diventare coscienti della nostra memoria e dei nostri sentimenti (come d’altra parte insegna la psicologia tradizionale) e di più:   
"risvegliando le nostre risposte personali al bello e al brutto".
Il brutto, il kitsch nel quale ci imbattiamo quotidianamente (negli edifici dove abitiamo,  per le strade, nelle chiese, nelle scuole, nei posti di lavoro) dove la sciatteria, la trascuratezza  e la volgarità ci accompagnano, ci mettono quasi nelle condizioni di ignorare il mondo (o meglio, ci abituano a considerarlo in negativo). Al punto di disabitarlo, abitandolo come se non fosse casa nostra,senza cura ne’ interesse. Usandolo e violentandolo.
Dice infatti Hilman: "Questo stato di ignoranza, questa anestesia, è in larga misura la condizione umana attuale. Ed è sostenuta e favorita dalla nostra economia, dal nostro modo d'impiegare il tempo libero, dai nostri mezzi di comunicazione e di trasporto e, naturalmente, dai nostri modi di curarci".
Non solo; addirittura pone l’accento sul fatto che l’ottundimento psichico che ci circonda e condiziona “favorisce la passività politica del cittadino”.
Continua Hillman:  "Se noi cittadini non facciamo caso all'assalto del brutto, restiamo psichicamente ottusi, ma siamo ancora affidabilmente funzionali come lavoratori e come consumatori".
Come reagire? Quali risposte trovare?quali politiche attuare? La risposta di Hilman è: “il coraggio del cuore”.       "Ciascuno di noi può essere un eroe del cuore, perchè questo tipo di risposta personale, per quanto  semplice possa sembrare, va ancora più in profondità delle consuete proteste sui generi, sul razzismo, sull'ambientalismo. Qui non ci sono "ismi", non c'è ideologia: siamo al servizio dell'inestinguibile desiderio di bellezza che ha l'anima".
"Sono fermamente convinto che se i cittadini si rendessero conto della loro fame di bellezza, ci sarebbe ribellione per le strade"
Pare di ascoltare le parole di un grande teologo, Von Balthasar,  "..in un mondo senza bellezza – anche se gli uomini non riescono a fare a meno di questa parola e l’hanno continuamente sulle labbra, equivocandone il senso – in un mondo che non è forse privo, ma che non è più in grado di vederla, di fare i conti con essa, anche il bene ha perduto la sua forza di attrazione, l’evidenza del suo dover-essere-adempiuto… In un mondo che non si crede più capace di affermare il bello, gli argomenti in favore della verità hanno esaurito la loro forza di conclusione logica".

P.S. questi pensieri li ho avuti dopo che i miei occhi e il mio cuore nel periodo delle vacanze si sono nutriti di cose belle, tra cui la Fraternità di Romena, una pieve del dodicesimo secolo immersa nella natura del casentino. Qui la Bellezza diventa carne anche nella presenza della fraternità guidata da un sacerdote don Luigi Verdi.

 File:Pieve di romena.jpg


1 commento:

  1. Caro Daniele
    sei in buona compagnia!
    KIERKEGAARD, per non parlare di Dostoevskij (la belelzza saslverà il mondo!)ed infine io che nel mio piccolo mi sono permesso di intervenire in un dibattito su SICUREZZA - GIUSTIZIA - ONESTA, coordinato da Walter Passerini, dicendo che il problema della giustizia è anche un "Problema estetico" nel senso che essere onesti non è solo giusto, doveroso, responsabile...ma è anche BELLO!

    ..ci vediamo

    Luigi

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