giovedì 8 settembre 2016

semplicità delle cose



Quante persone ho incontrato nelle settimane trascorse in vacanze. Quanto ho ascoltato e imparato e quanto non sono riuscito a dire, ad esprimere bene, a farmi intendere.  Bambini, adulti, nuovi incontri e vecchie amicizie. Sorprese, doni inattesi. Gesti inaspettati. Accoglienze impreviste. Offerte di ospitalità con un sorriso naturale senza chiederti se sei un santo, un onestuomo o un brigante,..quanta gente ho incontrato...

Immergendomi in odori e sapori antichi in un mare dove anche gli dei si bagnavano poiché attaccato al cielo … abbandonando parole logore e immagini ancor più usurate dei mass media anche senza leggere Camilleri e l'omelia domenicale di Scalfari o un pistolotto di Gramellini ... e poi c'è la crisi, venti di guerra e immigrati, terrorismo e … e terremoto e ancora emergenze e drammi e … ognuno si arrangia come può. Tante parole, vane, buone, arroganti, semplici, umili, alte, basse...può andar bene così? Va bene così. Accontentandosi, adattandosi, cercando spazi di vita e offrendone,…



E i miei occhi vanno ora al cielo bello e azzurro, ad un mare che più mare non si può, ai profumi ovunque dipanati di agave e origano, di oleandri in fiore e menta; l’attraversare di spiagge assolate e solitarie, in lontananza l’Etna e poi più in giù Vulcano fumigante … un accarezzare la stella marina e conchiglie spiaggiate … una puntura al piede di ricci marini.. i tuffi di mio figlio e le sue risate … Segesta, Selinunte, i templi di Siracusa,… 

 Paesaggi brulli e terra grassa ravvivata da abbondanti viti, vini stupendi e tavole imbandite  “comediocomanda”  terra rivoltata dagli aratri, in lontananza pescherecci rientrano... colori diversi... forti e contrastanti.



Sempre il contrasto mi stupisce, mi fa nascere dentro un sorriso... e chissà se c'entra con tutto il resto, con la radio che parla, con le tortore che nel giardino tubano, con mio figlio qui accanto a me sul grande tavolo in sala a leggere e fare i compiti … con le persone incontrate, con quelle perdute, se c'entra con me...con te...col giardino incolto su cui dovrò sudare nei prossimi giorni … sui menù da preparare per amici e parenti … ascoltando forever  young di Dylan…



Il compito arduo, l’esercizio più difficile  a cui mi sento chiamare è di riuscire a vedere  più a fondo, dentro, oltre...



C’è un sorriso dentro che chiama...dopo aver percepito, anche solo per un breve istante, che la realtà non tollera a lungo dubbi e posizioni indifferenti, oscillazioni scettiche, pessimismi mimetizzati o facili e cupi rimandi.



La semplicità delle cose, la naturalità del vivere, la gratuità della bellezza … del sorridere profondo di ogni cosa sotto questo cielo … mi pare conquistino anche lo spirito più inquieto di disillusioni.






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