mercoledì 6 marzo 2013

Le radici, i sogni, il seme



Le stampanti nuove per gli uffici le avevano consegnate un paio di mesi addietro.
Mancava l’installazione ai computer e il gioco era fatto.

Una voce calda e straniera mi contatta fissando l’arrivo del tecnico installatore. Avevamo concordato per telefono il giorno e l’ora.  

Così arriva, puntuale come un orologio svizzero, alle nove e trenta di un martedì di fine febbraio, carico di neve e vento.

Un uomo (sorridente e dalla carnagione olivastra, longilineo e dall'aspetto curato), entra nel mio ufficio presentandosi come tecnico delle stampanti. Era la sua la voce al telefono.

Rashid il suo nome. E’ veloce, scrupoloso. Risponde in modo pertinente alle mie domande; mi spiega in un buon italiano il funzionamento delle macchine.

Predispone le tre stampanti dei miei uffici in un paio d’ore (su di una ha perso più tempo perché ha avuto un intoppo col server di sistema). Alcune firme a lavoro ultimato su moduli in duplice copia.

Gli offro un caffè e scambiamo due chiacchiere.

Rashid è in Italia da oltre nove anni proveniente dal Pakistan. In possesso di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.  Una laurea in ingegneria nel suo paese. Una moglie e un figlio  di quasi tre anni. Lavora per la ditta che vende, noleggia e manutende macchine per ufficio. La crisi anche nel suo lavoro incomincia a mordere e le preoccupazioni affiorano inevitabili.

Poi dal suo portafoglio estrae un articolo di giornale del novembre del 2012  una frase del presidente della repubblica Napolitano: “Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, una assurdità".

“…mia sorella vive in America…suo figlio è appena nato ed è già cittadino americano…di tutte le preoccupazioni e difficoltà che avverto c’è il dispiacere che mio figlio non sia italiano…perché in Italia è tutto così complicato e lento?...
….io qui ho messo le mie radici, i miei sogni e il mio seme…”.

Per qualche istante sono stato zitto.  Poi mi è salita da dentro la certezza “vedrai Rashid sono sicuro che anche in Italia cambierà…

… sì ne sono certo cambierà anche nel nostro Paese”..

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