Le stampanti nuove per gli uffici le avevano consegnate un
paio di mesi addietro.
Mancava l’installazione ai computer e il gioco era fatto.
Una voce calda e straniera mi contatta fissando l’arrivo del
tecnico installatore. Avevamo concordato per telefono il giorno e l’ora.
Così arriva, puntuale come un orologio svizzero, alle nove e
trenta di un martedì di fine febbraio, carico di neve e vento.
Un uomo (sorridente e dalla carnagione olivastra, longilineo
e dall'aspetto curato), entra nel mio ufficio presentandosi come tecnico delle stampanti. Era
la sua la voce al telefono.
Rashid il suo nome. E’ veloce, scrupoloso. Risponde in modo
pertinente alle mie domande; mi spiega in un buon italiano il funzionamento
delle macchine.
Predispone le tre stampanti dei miei uffici in un paio d’ore
(su di una ha perso più tempo perché ha avuto un intoppo col server di
sistema). Alcune firme a lavoro ultimato su moduli in duplice copia.
Gli offro un caffè e scambiamo due chiacchiere.
Rashid è in Italia da oltre nove anni proveniente dal
Pakistan. In possesso di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo
periodo. Una laurea in ingegneria nel
suo paese. Una moglie e un figlio di
quasi tre anni. Lavora per la ditta che vende, noleggia e manutende macchine per
ufficio. La crisi anche nel suo lavoro incomincia a mordere e le preoccupazioni
affiorano inevitabili.
Poi dal suo portafoglio estrae un articolo di giornale del
novembre del 2012 una frase del
presidente della repubblica Napolitano: “Mi
auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della
cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è
un'autentica follia, una assurdità".
“…mia sorella vive in America…suo figlio è appena nato ed è
già cittadino americano…di tutte le preoccupazioni e difficoltà che avverto c’è
il dispiacere che mio figlio non sia italiano…perché in Italia è tutto così
complicato e lento?...
….io qui ho messo le mie radici, i miei sogni e il mio
seme…”.
Per qualche istante sono stato zitto. Poi mi è salita da dentro la certezza “vedrai
Rashid sono sicuro che anche in Italia cambierà…
… sì ne sono certo cambierà anche nel nostro Paese”..
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