"
La fede è questo: il rispetto dell'incognito divino, l'amore di Dio nella
coscienza della differenza tra Dio e l'Uomo, tra Dio e il mondo, l'affermazione
del 'No' divino in Cristo, il fermarsi, turbati, davanti a Dio […]. La fede è
la conversione, il radicale nuovo orientamento dell'uomo che sta nudo davanti a
Dio, che per acquistare la perla di gran prezzo è diventato povero e che per
amore di Cristo è pronto a perdere la sua anima […]. La fede non è mai
compiuta, mai data, mai assicurata, è sempre e sempre di nuovo, dal punto di
vista della psicologia, il salto nell'incerto, nell'oscuro, nel vuoto […]. Non
vi è nessuna presupposizione umana (pedagogica, intellettuale, economica,
psicologica, ecc..) che debba essere adempiuta come preliminare della fede […].
La fede è sempre l'inizio, la presupposizione, il fondamento. Si può credere
come Galileo e come Greco, come fanciullo e come vegliardo, come uomo colto o
come ignorante, come uomo semplice e complicato, si può credere nella tempesta
e nella bonaccia, si può credere a tutti i gradini di tutte le immaginabili
scale umane. L'energia della fede interseca trasversalmente tutte le differenze
della religione, della morale, delle condotta e dell'esperienze della vita,
della penetrazione spirituale e della posizione sociale. La fede è per tutti
altrettanto facile e altrettanto difficile. "
Karl
Barth - Epistola ai Romani
…E’
notte e giorno, veglia e sonno, acqua e fuoco e vento, pace e violenza, ascolto
silenzio e parola, luce e tenebra, svelamento e mistero,
nascita e morte, brezza e bufera, aridità deserto e manna, terra promessa e attesa, disperazione e speranza, lacrime e
risa, pianto e allegria, solitudine e comunità, prossimità e lontananza, già e non ancora,…
(in
memoria di Karl Barth, teologo e pastore riformato svizzero morto il 10
dicembre 1968)
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