mercoledì 4 dicembre 2013

la fede o il salto nell'incerto



 " La fede è questo: il rispetto dell'incognito divino, l'amore di Dio nella coscienza della differenza tra Dio e l'Uomo, tra Dio e il mondo, l'affermazione del 'No' divino in Cristo, il fermarsi, turbati, davanti a Dio […]. La fede è la conversione, il radicale nuovo orientamento dell'uomo che sta nudo davanti a Dio, che per acquistare la perla di gran prezzo è diventato povero e che per amore di Cristo è pronto a perdere la sua anima […]. La fede non è mai compiuta, mai data, mai assicurata, è sempre e sempre di nuovo, dal punto di vista della psicologia, il salto nell'incerto, nell'oscuro, nel vuoto […]. Non vi è nessuna presupposizione umana (pedagogica, intellettuale, economica, psicologica, ecc..) che debba essere adempiuta come preliminare della fede […]. La fede è sempre l'inizio, la presupposizione, il fondamento. Si può credere come Galileo e come Greco, come fanciullo e come vegliardo, come uomo colto o come ignorante, come uomo semplice e complicato, si può credere nella tempesta e nella bonaccia, si può credere a tutti i gradini di tutte le immaginabili scale umane. L'energia della fede interseca trasversalmente tutte le differenze della religione, della morale, delle condotta e dell'esperienze della vita, della penetrazione spirituale e della posizione sociale. La fede è per tutti altrettanto facile e altrettanto difficile. "
                                    Karl Barth  -  Epistola ai Romani



…E’ notte e giorno, veglia e sonno, acqua e fuoco e vento, pace e violenza, ascolto silenzio e parola, luce e tenebra, svelamento e mistero,  nascita e morte, brezza e bufera, aridità deserto e manna, terra promessa  e attesa, disperazione e speranza, lacrime e risa, pianto e allegria, solitudine e comunità, prossimità e lontananza, già e non ancora,
 (in memoria di Karl Barth, teologo e pastore riformato svizzero morto il 10 dicembre 1968)

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